Riconoscere i segnali precoci del Disturbo dello Spettro Autistico

Lo sapevo già, l’avevo intuito, ma sai … tutti attorno a me dicevano io fossi soltanto ansiosa, esagerata.
Ho finito per auto-convincermi di esserlo. Che poi… era più rassicurante anche per me convincermi di questo, piuttosto che pensare al peggio.
È che non sapevo, se fosse “normale” il suo comportamento, o meglio cosa era in linea e cosa no.

Nel nostro centro di Terapia ABA a Genova approdano famiglie che hanno appena ricevuto la diagnosi, o talvolta ancora non l’hanno ricevuta ma decidono tuttavia di intraprendere preventivamente un trattamento riabilitativo per i propri bambini. In questo secondo caso, quando si rivolgono a noi per una osservazione funzionale del proprio figlio prima dell’inizio della terapia, sono confuse e in cerca di risposte.

Le domande che più spesso ci pongono sono legate a dubbi come: “Ma è normale che abbia questo tipo di comportamento in questa situazione?” “Quali sono i primi segnali di autismo?” “Ma quando compaiono i primi segnali di autismo?”.

E allora come guidare i genitori nelle preziose osservazioni sullo sviluppo dei propri bambini?

segnali precoci autismo

Ascoltandoli: azzeriamo i giudizi, prestiamo attenzione alle loro preoccupazioni

Fornendo indicazioni chiare: conoscere le tappe dello sviluppo è già un buonissimo punto di partenza

Divulgando: parlare dei segni precoci del Disturbo dello Spettro Autistico

È proprio su questo punto che ci soffermeremo, perché prima ancora delle difficoltà nella comunicazione, nell’interazione sociale, dei comportamenti ripetitivi e rigidi, esistono dei fondamentali segni “predittivi”.

 

Si arriva a una diagnosi infatti, intorno ai 3 anni di età; ma ciò che sappiamo oggi, è che i primi segni dell’autismo possono essere evidenti ben prima.

Conoscere le tappe dello sviluppo dei nostri bambini

Dalla nascita al terzo mese, si sviluppa la capacità di mantenere il contatto oculare, ovvero guardare negli occhi una persona, ebbene si fanno largo le ricerche che evidenziano come i bambini con futura diagnosi, guardino negli occhi fino ai 2 mesi, e si concentrino poi sulla bocca, con una caduta della reciprocità dello sguardo.

Tra i 9 ai 12 mesi circa, si sviluppa la capacità di voltarsi quando chiamato per nome, questa spesso risulta difficoltosa o assente nei bambini con futura diagnosi, tant’è vero che, non di rado, si procede con indagini di tipo audiometrico per escludere forme di sordità.

Altri studi mostrano come se esposti ad immagini di puntini in movimento, e immagini di persone o animali, i bambini con futura diagnosi, rivolgano il proprio sguardo verso i puntini, mostrandone preferenza.

Quando avviare indagini

Che fare quindi? Questi segni precoci di autismo bastano per avviare indagini più approfondite?

Gli studi ci mostrano come in una buona percentuale di bambini con futura diagnosi siano presenti questi aspetti, è importante quindi quanto meno conoscerli, contattare uno specialista, solitamente si comincia con il proprio Pediatra di riferimento, e monitorarne lo sviluppo.

È fondamentale però non aspettare troppo, il tempo è un alleato prezioso, intervenire infatti già a 18 mesi può migliorare sensibilmente la qualità di vita di vostro figlio.

Questo perché nelle prime fasi di vita il cervello umano è in forte evoluzione, è particolarmente plastico e dunque modificabile. In sostanza, un intervento precoce su un bambino permette di modificare i circuiti neurali, correggendo i comportamenti disfunzionali prima che diventino permanenti. In genere per interventi precoci si intendono interventi che cominciano entro i primi 5 anni di vita. I migliori risultati terapeutici sono stati però riportati nei bimbi che hanno cominciato il trattamento a 2 o 3 anni (Birnbrauer & Leach, 1993; Lovaas, 1997; McEachin et al., 1993; Perry et al., 1995; Sheinkopf & Siegel, 1996).

Agire è fondamentale, anche senza diagnosi, anche solo se si hanno dubbi: è per il bene dei vostri bambini, per migliorare il loro futuro.

Guardavo mio marito, sapevo quanto per lui fosse davvero presto, ma ho sentito che dovevamo intervenire. Abbiamo cominciato a prendere consulti dal pediatra e poi da diversi neuropsichiatri, si trattava soltanto di un “sospetto di autismo” …  E, con il solo “sospetto” in mano, abbiamo cominciato le terapie.

Dico grazie al mio intuito, grazie alla mia voglia di informarmi e andare oltre le mie paure.

Bibliografia

  • Klin, A., Lin D. J., Gorrindo F., Ramsay G., Jones W., Two-year-olds with autism orient to non-social contingencies rather than biological motion, in Nature 459, 2009, pp. 257 – 261.
  • Senju, A., Johnson, M. H., Atypical eye contact in autism: models, mechanisms and development, in Neurosci Biobehav Rev. 2009 Sep, 33(8).

Dott.ssa Martina Guzzardo, Psicologa, Analista del Comportamento e Referente Clinico della Cooperativa ABAcadabra

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