Come funziona il “Metodo” ABA?

Come funziona il “Metodo” ABA?

Che cos’è l’ABA e come funziona

Come abbiamo già detto nel precedente articolo (Cos’è la terapia ABA comportamentale), ABA è l’acronimo inglese di Applied Behavior Analysis, cioè Analisi del Comportamento Applicata. Di fatto, si sente parlare spesso di “metodo” ma in realtà si tratta dell’applicazione di una scienza.

Abbiamo quindi capito nel precedente articolo quali sono i suoi fini e quali sono i pregiudizi su di essa.  In questo articolo ci occupiamo di comprendere bene quali sono le basi dell’ABA…Iniziamo! 🤔

I setting che favoriscono l’apprendimento

L’ABA si basa sui principi della teoria dell’apprendimento e del condizionamento operante.

Ogni sessione di intervento ABA si realizza in un luogo, in un tempo e in una relazione tra persone, il cosiddetto setting, ossia l’ambiente nel quale prende forma l’apprendimento.

Ci sono 3 tipi di setting che favoriscono l’apprendimento:

  • Setting strutturato (Discrete Trial Teaching-DTT): consiste nel cosiddetto tavolo da lavoro, tipico per gli apprendimenti formali, facile da usare, consente molte prove di insegnamento e si possono misurare facilmente i progressi 💬📚
  • Setting NET (Natural Environment Training): il setting è naturale, ma viene implementato con materiale intrinsecamente motivante, il bambino prende l’iniziativa di gioco e sceglie i materiali con cui relazionarsi, l’apprendimento è subito generalizzato 🎨👤
  • Setting incidentale (Incidental Training-IT): consiste nell’insegnare qualcosa durante un’attività ludica, l’ambiente è quello del NET, ma è tipico degli apprendimenti non formali, al bambino non viene fatta nessuna richiesta fino a che non sia lui a prendere l’iniziativa, dopodiché bisogna seguirla e supportarla 👥🎲

L’ABC dell’ABA ovvero, antecedente, comportamento, conseguenza

Il ciclo di apprendimento avviene solo se sono presenti tre elementi fondamentali il cosiddetto schema ABC:

  • A -> Antecedente -> stimolo -> ogni segnale (oggetto, persona, animale, evento, situazione) che si trova nell’ambiente
  • B -> Behaviour-> comportamento-> risposta data in seguito allo stimolo
  • C -> Cnseguenza ->  rinforzo -> le conseguenze di un’azione, che hanno un effetto sul comportamento, aumentano la probabilità che quel determinato comportamento venga riprodotto in futuro

Cos’è un rinforzo

Cos’è un rinforzo?!  Si definisce rinforzo quel processo che guida e conduce gli apprendimenti degli individui. Il rinforzatore deve essere assegnato subito dopo la produzione del comportamento desiderato e può essere visivo, verbale, sensoriale, sociale e fisico.

  • Un rinforzo può essere positivo (Sr+) se è uno stimolo che si aggiunge alla situazione. É sinonimo della parola “ricompensa”complimenti, elogi, abbracci, cibo, premi… 👦 “Bravissimo! Tieni il tuo gioco preferito! ⚽”
  • Il rinforzo è negativo (Sr-) quando lo stimolo viene rimosso dall’ambiente. Si collega a condizioni di “evitamento o fuga” e ad un sollievo da una condizione avversiva “⛄Nevica! Metto la giacca per evitare di congelare! 👧”

🔺 I rinforzatori devono essere scelti in base alle necessità personali e alle preferenze individuali o alle avversioni dei soggetti e devono essere accessibile a tutti coloro che lavorano con il bambino. Ogni sessione finisce con l’emissione di un rinforzatore.             Ogni sessione sarà di durata breve e si faranno tante pause quante sono le sessioni avviate.

Una volta che il rinforzo non viene più presentato, la possibilità che quel comportamento venga riprodotto diminuisce: questo processo è definito estinzione🔥

Quando quello che viene appreso in un determinato contesto viene trasferito in altri contesti si parla di generalizzazione💢

I diversi modelli di rinforzi

Ci sono diversi modelli di rinforzi:

  • Continuo “ogni volta che il bambino denomina in maniera corretta un’immagine fornisco il suo gioco preferito”
  • A rapporto fisso “ogni 3 denominazioni giuste fornisco il suo gioco preferito”
  • A rapporto variabile “gli consegnerò il suo gioco preferito dopo la denominazione di 2 immagini, poi dopo 4, poi dopo 3…”
  • A intervallo fisso “gli consegnerò il suo gioco preferito dopo 5 minuti dall’ultima richiesta di avere il gioco, non appena lo richiederà”
  • A intervallo variabile“gli consegno il suo gioco preferito dopo 5 min dall’ultima richiesta di averlo non appena lo richiederà, la volta successiva dopo 7 min, poi dopo 4 min e così via”
  • A durata fissa “gli consegno il suo gioco preferito dopo 50 secondi da quando si siede”
  • A durata variabile “gli consegnerò il suo gioco preferito dopo 50 secondi da quando si siede, poi dopo 60 secondi, poi dopo 40 e così via”

Per favorire questi processi si applicano 4 procedure:

  • Prompting: il prompt (fisico, verbale, gestuale, di posizione, di traccia, di imitazione) è un aiuto, un indizio che serve per far sì che la risposta venga messa in atto
  • Fading: riguarda la riduzione graduale dell’aiuto fino alla completa eliminazione
  • Shaping: davanti ad una difficoltà di apprendimento si può decidere di rinforzare risposte che sono vicine alla risposta richiesta solo per approssimazione
  • Chaining: nel caso in cui il comportamento richiesto necessiti di una concatenazione di risposte difficili da apprendere tutte insieme, si ricorre alla suddivisione in piccole risposte

Per approfondire leggi anche:

Vanessa Moretto, Dottoressa in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico

Se vuoi approfondire il tema o richiedere una consulenza sui trattamenti ABA della cooperativa ABAcadabra, centro a Genova specializzato nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico e nei disturbi del neurosviluppo, contatta: 371 1171977 – cooperativabacadabra@gmail.com.